Veci e straki a… Dobbiaco

Attenzione, dal binario è in partenza un vagone carico di Bortolot, con al seguito zaini, scarponi, sacco letto, vivande… ferma a Cortina, Braies, Dobbiaco. Agosto, adrenalina a mille in attesa della chiamata, non vedo l’ora di scarpinare sui sentieri tra un rifugio e l’altro, è passato più di un anno dal Tessa! Poi la telefonata con la notizia che non ti aspetti, capotreno Marcello infortunato al ginocchio!

Attimo di silenzio tombale… e poi AAAAAAHHH!!!! Urla strazianti di dolore, noooooo non può essere vero, il giro classico dei Bortolot salta, ci vuole una soluzione alternativa ma allo stesso tempo Bortolottiana. E qui ci sta la spiegazione… il ginocchio di Marcello è saltato su una mina, ehm… su un sasso del Cavallo nel tentativo miseramente fallito di percorrere l’alta via sei all’incontrario, ovvero da Vittorio. Ma perdindirindina, proprio sto anno dovetu farla sta via, e po’ prima del giro dei Bortolot?!? Ma forse sta scusa del zenocio ne va ben a tuti, sen strachi, ven bisogno de riposo e in fin dei conti dopo la ‘ina ghe ne una ogni matina!

Va ben ‘nden vanti. Pensa che non ti pensa, giro de aperitivi, giro de prosecchi tra i Bortolot affranti e sconcertati e poi l’idea illuminante… se va a funghi! Bravi, e Franco e Robi che no li conosse gnenca de stris? Niente paura, Max è un esperto fungaiolo, pericoli di intossicazione zero, speriamo bene!

I giorni del giro da quattro si riducono a tre, viaggio compreso, campo base a Dobbiaco, Maso Funghenhof, vista unica su Dolomiti di Sesto e Braies e sulla Val Pusteria. Per depistare come si conviene le nostre donne ( ehm, non fategli leggere queste righe sich, che ci credono eroi tra le guglie…) si parte addobbati di tutto punto in trekking, anzi per rendere ancora più l’idea o forse perché già in difetto con le nostre, esageriamo i contenuti degli zaini. (Tanto nella nostra testa già sappiamo che appoggeremo il tutto in una cameretta a cinque e viaggeremo solo con cestello e coltellino chiamato “britola”). Visto che no se camina pi de tant, la notizia fa il giro del comprensorio e nugoli de amici tra i fungaioli si fanno avanti ma solo uno, uno solo riuscirà ad aggregarsi, si sa la macchina al massimo ha cinque posti… Giovanni el diretor sarà dei nostri e anche lui in fatto di funghi se la cava, alla selezione esibisce con maestria patentino del corso del grado superiore per cercatore di mazze di tamburo, in gergo “capeon” e come possiamo non invitarlo.

Insomma i giorni passano (uno di viaggio, siamo al secondo giorno, centrale e penultimo, sich) e la mattina fatidica fa capolino. Una bella nebbia per cominciare che poi dirada in uno splendido sabato di fine agosto. I ruoli sono assegnati, Max regista fotografo capo raccoglitore e selezionatore buono, tossico, velenoso (tipo celo, manca, butta…), pulitore e cuciniere.

Ala destra Giovanni diretor de l’operazione in codice denominata “Bortolot porcini”, decantatore dei nomi in  latino, Boletus Eduis, Boletus Satana, Amanita Muscaria, porci nello, brisa, fungo del pan, brunet (che sie dialeto?), porta cesto e cellulare acceso, no se sa mai…

Ala sinistra Franco e Robi, cercatori provetti, camminatori scalpitanti, senso dell’orientamento al profumo di porcino… primo fungo raccolto, urla, applausi, evviva… Amanita Falloide (mortale!!! Orrore negli occhi di Max), poi come i bravi principianti porcini a gogò.

Centrale, attaccante infortunato Marcello, certificato medico appresso, in riposo trotterellante leggero tra i boschi in piano, fotografo naturalista, assaggiatore ufficiale dei piatti.

Morale, a fine giornata trentaquattro tra brise e porcini anche maestosi, funghi misti a volontà tra finferli, gialletti, steccherini, verdoni ecc ecc e quindici porcini subito sacrificati all’altare della gran cucina, mangiati cotti e crudi in tutte le salse… tritati finissimi, olio, prezzemolo e limone, saltati in padella, appena soffritti con la panna e le tagliatelle, fritti, nel misto… il resto essiccati e in freezer per future prelibatezze.

Voi chiederete, ma non hai raccontato la raccolta, il posto, dove, come… beh certo, ma i segreti mica si possono svelare! Recatevi dalle parti di Dobbiaco nel periodo giusto e cercate, lì troverete il tesoro… brise e porcini a volontà. I cercatori di funghi sono avvisati, adès ghe né altri do che conosse i posti… e anca i funghi!

L’avventura finisce con le  pulizie dei funghi, in religiosa contemplazione dei porcini (maestria di Max) e dell’appartamento e un saluto alle mucche nella stalla a fianco. Consigliamo stube Winkelkeller per la cena, un buon prosecco per il risotto ai funghi e una visitina alle nonne di Villa Bianca, dove tra un wist e un laboratorio Giovanni e Franco vi racconteranno di Bortolot e di porcini. Ah, Marcello, vedi de farte meter a posto el zenocio per la prossima, ok?

Ironia, avevamo le tessere CAI appresso, nel bosco oscuro potevano servire?!?

Robi – Bortolot

2 pensieri su “Veci e straki a… Dobbiaco

  1. Cari Bortolot, sto momentaneamente usurpando l’account di Robi… ho inserito due articoli, il vostro articolo di attempati cercatori di funghi e quello della camminata estiva dei giovani/animatori da Revine e dintorni… purtroppo il CAI quest’anno non ci ha aspettato per pubblicarli sul notiziario sociale… perciò ce li godremo leggendoli da questo sito! Complimenti per le belle foto, a presto!
    Marica

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