Esaurimento da Calore, Come Comportarsi

Oltre che ostacolare la marcia, camminare per ore al caldo può provocare alcuni fenomeni localizzati ad una parte del corpo o generalizzati all’intero fisico. Rientrano nel primo caso gli eritemi solari, arrossamenti della cute che alcune volte si complicano con ustioni maggiori, consistenti nella formazione di vesciche. La seconda ipotesi comprende casi ben più gravi, come colpi di calore o di sole, che si manifestano con cefalea, vertigini, nausea, vomito e febbre alta. Tali problemi vanno prevenuti con una protezione adeguata del corpo, sia per quanto concerne l’abbigliamento – indispensabile il cappello – che con l’uso di creme solari protettrici. In mancanza di queste, i vecchi insegnano che può andar bene l’olio di oliva. La sensazione più immediata che determina il calore è la sete, in pratica l’allarme del nostro organismo per reintegrare i sali perduti col sudore. Si può bere liberamente, o bisogna contenersi? Quando si incontrano fontane, o meglio ancora fresche fonti di montagna, cosa c’è di più bello che poter saziare la propria sete con acque che sgorgano direttarnente dalle rocce e dai muschi alpini? Bere quanto richiesto dall’organismo, dunque, può fare soltanto bene. Solo con l’acqua fredda e soprattutto con le bevande gassate tenute in frigorifero occorre moderarsi. Caldo d’inverno e fresco d’estate, il tè rimane una ottima bevanda per chi cammina. Nella borraccia termica il tè o altre bevande mantengono a lungo la loro temperatura iniziale. È importante, se si cammina in giornate particolarmente calde e afose, pensare ad una “siesta” nelle ore centrali del giorno, recuperando nelle ore più fresche del mattino e della sera.

L’esaurimento da calore (spossatezza o collasso da calore) rappresenta la più comune delle sindromi da calore e si verifica tipicamente per un’esposizione prolungata al sole o ad alte temperature ambientali, in particolare in soggetti che stanno effettuando dell’attività fisica.

L’esaurimento consiste in una condizione di malessere più o meno grave che spazia da una sensazione di debolezza e spossatezza generalizzata allo svenimento. Durante la fase di malessere generale possono essere presenti vertigini, mal di testa, nausea e vomito, agitazione.

Lo svenimento è in genere preceduto da una fase in cui si osservano un aumento della respirazione e della frequenza cardiaca, cute pallida, fredda e sudata e pupille dilatate, tutti segni di un’attivazione del sistema nervoso simpatico che tende ad opporsi al calo della pressione arteriosa, responsabile dello svenimento.

Lo svenimento (collasso o sincope da calore) è in genere di breve durata e si risolve spontaneamente o con il sollevamento degli arti inferiori. La temperatura corporea non supera i 41°C (misurazione rettale).

L’esaurimento da calore dipende principalmente da un’importante perdita di liquidi e sali corporei secondaria ad un’eccessiva sudorazione.

Il calore corporeo tende ad aumentare durante un’esposizione prolungata al sole o a temperature ambientali elevate, così come durante l’attività fisica, ma poiché la temperatura corporea deve essere mantenuta il più possibile costante, l’organismo attiva prontamente i meccanismi preposti alla dispersione del calore (meccanismi di termodispersione): irraggiamento, convezione, conduzione e sudorazione.

Uno dei meccanismi di termodispersione più efficienti è costituito dalla sudorazione, che però comporta una perdita di acqua e dei sali in essa contenuti (per lo più sodio e cloro, i costituenti del comune sale da cucina), perdita che può raggiungere valori considerevoli, e in genere sottovalutati. Basti pensare che un soggetto normale può arrivare a perdere un litro di sudore all’ora, mentre in un soggetto acclimatato alle alte temperature ambientali questo valore può toccare addirittura i 4 litri orari!

Inoltre, con l’aumentare della temperatura ambientale la cessione di calore per mezzo dei meccanismi d’irraggiamento, convezione e conduzione diminuisce, fino a cessare quando la differenza tra la temperatura del corpo e quella esterna si equivalgono. In questi casi la sudorazione rimane l’unico mezzo per disperdere il calore e raggiunge i valori più elevati.

Condizioni di elevata umidità e scarsa ventilazione ambientale diminuiscono l’evaporazione del sudore diminuendone il potere termodispersivo (il passaggio dalla fase liquida a quella gassosa comporta infatti una grande cessione di calore); di conseguenza, a parità di calore da disperdere sarà necessario un maggior volume di sudore.

I principali fattori che favoriscono l’insorgenza dell’esaurimento da calore sono quindi: una prolungata esposizione al sole e/o ad elevate temperature ambientali. Scarsa introduzione di acqua e sali minerali nei giorni precedenti e durante l’esposizione. Abbigliamento non adeguato (troppo pesante e/o poco traspirante e/o poco isolante dal calore ambientale). Elevata umidità (superiore al 60-70 %) e scarsa ventilazione ambientale.

L’attività fisica aumentando la produzione di calore dell’organismo incrementa ulteriormente la sudorazione e favorisce l’esaurimento da calore. Bisogna inoltre ricordare che le persone anziane, i bambini ed i soggetti malati presentano un maggior rischio di sviluppo di patologie da calore.

La prevenzione consiste quindi nell’evitare di esporsi eccessivamente al sole, in particolare durante giornate calde, umide e poco ventilate e senza un abbigliamento adeguato; nel mantenere un’adeguata idratazione prima e durante l’esposizione (bere piccole quantità di liquidi ma frequentemente; prediligere soluzioni con sali minerali e zuccheri; ricordarsi che la comparsa della sete indica che si è già disidratati); nel limitare l’attività fisica, in particolare nelle ore più calde della giornata (dalle 11 alle 14) e nel programmare la stessa in base alle proprie capacità ed allenamento.

Il trattamento dell’esaurimento da calore dipende dalla durata dell’esposizione e dalla conseguente entità della sudorazione e della perdita di liquidi.

Il primo soccorso di un soggetto colto da esaurimento da calore, consiste nel portarlo in un posto fresco e ventilato, togliergli gli indumenti più pesanti e farlo distendere, alzandogli prontamente le gambe (dopo aver allentato eventuali cinture) se compaiono i sintomi di uno svenimento imminente. In caso di impossibilità a trovare un riparo può essere protetto con l’apposito telo alluminizzato.

Quindi bisogna provvedere ad un’adeguata integrazione dei liquidi e dei sali minerali persi (per esempio: acqua con zucchero e 1 grammo per litro di sale da cucina; bere acqua e assumere alimenti salati e frutta; o, meglio, assumere apposite soluzioni reidratanti). La presenza di piccole quantità di carboidrati semplici a rapido assorbimento (glucosio, saccarosio, maltosio, maltodestrine e amidi solubili) migliora l’assorbimento dell’acqua stessa. Assolutamente vietate bevande alcoliche.

Se i sintomi non si risolvono o tendono a peggiorare allertare i soccorsi organizzati. L’esaurimento da calore deve essere distinto dal ben più grave COLPO DI CALORE in cui per un’insufficienza dei meccanismi di termodispersione la temperatura corporea inizia a salire superando i valori limite oltre i quali si possono determinare gravi danni sul sistema nervoso centrale e su altri organi corporei.

In questa condizione vi sono tipicamente condizioni neurologiche più gravi (alterazioni del linguaggio, allucinazioni, delirio, convulsioni, coma; un eventuale “svenimento” è quindi più grave e non tende a risolversi) e la temperatura corporea è superiore a 41°C (misurazione rettale).

Il colpo di calore si verifica più raramente e colpisce in genere o individui giovani che si sottopongono a sforzi estremi (atleti in gara) o soggetti anziani e/o malati in cui i meccanismi di termoregolazione sono compromessi. Il colpo di calore costituisce un’emergenza medica e richiede un trattamento immediato. Quindi, nel dubbio allertare i soccorsi organizzati.

(fonte: internet)

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