Il Caldo e i Colpi di Calore

Oltre che ostacolare la marcia, camminare per ore al caldo può provocare alcuni fenomeni localizzati ad una parte del corpo o generalizzati all’intero fisico. Rientrano nel primo caso gli eritemi solari, arrossamenti della cute che alcune volte si complicano con ustioni maggiori, consistenti nella formazione di vesciche. La seconda ipotesi comprende casi ben più gravi, come colpi di calore o di sole, che si manifestano con cefalea, vertigini, nausea, vomito e febbre alta. Tali problemi vanno prevenuti con una protezione adeguata del corpo, sia per quanto concerne l’abbigliamento – indispensabile il cappello – che con l’uso di creme solari protettrici. In mancanza di queste, i vecchi insegnano che può andar bene l’olio di oliva. La sensazione più immediata che determina il calore è la sete, in pratica l’allarme del nostro organismo per reintegrare i sali perduti col sudore. Si può bere liberamente, o bisogna contenersi? Quando si incontrano fontane, o meglio ancora fresche fonti di montagna, cosa c’è di più bello che poter saziare la propria sete con acque che sgorgano direttarnente dalle rocce e dai muschi alpini? Bere quanto richiesto dall’organismo, dunque, può fare soltanto bene. Solo con l’acqua fredda e soprattutto con le bevande gassate tenute in frigorifero occorre moderarsi. Caldo d’inverno e fresco d’estate, il tè rimane una ottima bevanda per chi cammina. Nella borraccia termica il tè o altre bevande mantengono a lungo la loro temperatura iniziale. È importante, se si cammina in giornate panicolarmente calde e afose, pensare ad una “siesta” nelle ore centrali del giorno, recuperando nelle ore più fresche del mattino e della sera.
(fonte: internet)

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