Quindici raggi brillano di vita
su specchi metallici di rotaie
e tazzine al caffè della stazione.
Zaini di viveri e sogni come
le carovane dei pionieri d’oro
attraverso deserti di silenzi
respiri, grasse chiacchierate e polvere,
gocce di resina su abeti rossi,
smorfie e voli blu sul ghiaione, tracce
saline sciolte all’oasi d’un laghetto.
I mughi tra le rocce, una cascata
salite ardite e le piccole pause
dove la fatica si fa canzone…
Non c’è Sentinella che fermi il passo
né forte di guerra fra l’Austria e il Piave!
Qua e là botti di sassi in grotte secchi
come spari, e tre gemiti bambini,
marmotte che giocano ai soldatini.
Lungo il fronte ovest le spine ramate
di vette al calare, boschi e nevai
fuochi cacce croci vie pellegrini
lacrime risa parole di un prete
nella domenica di un mondo in bianco
e nero…al collo un fischietto, in piazza
un torpedone di amici che aspetta.
Calici alzati su guance purpuree
dentro un rifugio che sfiora la luna
tracciano linee di nuovi orizzonti…
I brividi scorrono a fior di pelle:
Sappadola un Carro a quindici stelle!
Federico Da Dalt
” Sappadola “, agosto 2004