L’Aggiornamento – Semiterrorizzati sul Picco di Vallandro, inseguiti da Beatrice

C’erano una volta i Bortolot… Ma andiamo per ordine. L’adunata 2012 è per il 24 di Agosto, ore 14,30. Il rituale di partenza non si discosta dagli ultimi anni, rimbrotto compreso, quest’anno toccato a Franco tiratore di pacco colossale al SemenzaSmileFestival (bellissima festa tra l’altro ndr), per cui con l’aggiunta del sottoscritto, di Marcello, Massimo e Giovanni, si parte da Serravalle direzione Cortina.

Quest’anno l’obiettivo scaturito dalla fantasia è un collegamento Vallandro-Croda del Becco, nello scenario meraviglioso di Fanes-Sennes-Braies. Nonostante il programma già tutto definito con tre giorni previsti per inanellare il giro da Carbonin, luogo previsto di partenza appiedata, in auto il pessimismo serpeggia nell’aria a cominciare da Giovanni che con la sua tecnologia portatile comincia a “terrorizzare” con l’aggiornamento… l’aggiornamento delle previsioni meteo. Sì perché dovete sapere che di questi tempi è diventato un boom il connettersi sul web per aggiornamenti sul tempo previsto sempre più frequenti e precisi (sulla precisione scopriremo che c’è da riflettere…) e localizzati, tant’è vero che fin da casa tutti e cinque siamo partiti attrezzati come dei palombari alle nefaste previsioni meteo per i nostri tre giorni. Il buon Giovanni, digitando sul suo i-pod, con flemma inglese sentenzia giorni funesti con rovesci, temporali, grandinate, tempeste proprio sul nordest, insomma tre giorni da caminetto, buon vino e letture piuttosto che da escursioni… Solo che questa specie di tornado di ora in ora posticipava l’arrivo. Preoccupati ma ben felici di essere assieme per l’ennesima avventura annuale, decidiamo di non dare ascolto alle previsioni e partiamo… Il terrore tempo si è però ormai impossessato delle nostre menti e già dai primi passi in salita aleggia nell’aria la parola aggiornamento e difatti lungo l’itinerario più volte i nostri sguardi scrutano il cielo alla ricerca delle avanguardie dei nuvoloni attesi e con sarcasmo ad intervallo regolare il solito buon Giovanni continua ad aggiornarci sull’arrivo di Beatrice… eh sì perché ora le burrasche hanno anche un nome… pensate sta arrivando Beatrice, beh porterà dei dolci, festeggiamo…no! Porterà dei chicchi di grandine, scappiamooo!… L’arrivo al rifugio Vallandro è come l’approdo a un porto sicuro, prima della notte, al coperto, in attesa degli eventi. Si è incominciato a incrinare la certezza di portare a termine il giro anche nella testa di Massimo. Intanto al rifugio si mangia in ordinato silenzio e in discreto anticipo rispetto alle abitudini (ma si sa lassù è AltoAdige, regime preciso). Facciamo amicizia con un ciclista di Conegliano in giro col suo Rampichino e scopriamo che tutta la zona di Prato Piazza dove siamo è frequentata dagli appassionati delle due ruote, anzi al rifugio la sorpresa è trovarci con gente conosciuta di Fregona, Vittorio, Conegliano e tutti, ma proprio tutti, si stanno aggiornando sulle previsioni. Anche i gestori mettono in guardia per il tempo.
Mamma mia, tra una partita e l’altra a carte e la grappina di rito l’argomento è sempre il solito, come evolverà il tempo. Giovanni è sintonizzato col meteorologo. Massimo è tramortito e sta meditando il ritiro. Io e Marcello pensiamo ad un percorso alternativo prima di issare bandiera bianca. Franco immerso nelle relazioni pubbliche.
La notte trascorre tranquilla, la mattina è radiosa, nulla fa presagire ciò che da li a breve l’aggiornamento meteo prevede. Salutiamo Giovanni che deve rientrare e che ci offre gli ultimi aggiornamenti ancora peggiori. Ormai la crepa nelle nostre sicurezze è profonda, si parte comunque verso il Picco di Vallandro e sempre con il naso all’insù e lo sguardo diviso a metà tra il panorama mozzafiato ed il cielo, giungiamo sulla vetta dove la nebbia la fa un po’ da padrona e le nubi sopraggiunte non promettono niente di buono. Scendiamo in fretta verso la malga sottostante dove mangiamo il “ben di Dio” e pure il sole fa capolino. Scopriamo di essere sui luoghi di riprese della serie di “A un passo dal cielo” con Terence Hill (qualche settimana dopo mi imbatterò proprio a Braies nelle riprese ndr). Nuvoloni neri incombenti, pancia piena, aggiornamento da tregenda, il dado è tratto! Si torna a casa! Scendendo verso Carbonin ci aspettiamo l’acquazzone e la lavata che invece tarda a capitare tanto che giungiamo alla macchina senza una goccia di pioggia e con le nuvole che prendono in giro, ma l’aggiornamento è perentorio: pioverà, non c’è scampo, saranno scrosci violenti, guai seri. Siamo delusi, non convintissimi di tornarcene a casa sconfitti da una previsione, eppure, dopo ripensamenti vari, a Misurina prendiamo la decisione definitiva. Il viaggio di ritorno è tutto un avvisare del cambio di programma. Una pizza insieme suggella la nostra amicizia ma non lenisce la delusione. E Beatrice? Arriverà la notte, e poi il giorno successivo… e invece la domenica mattina un pallido sole mi invita a far due passi. Un messaggio chiede tra l’ironico e l’incredulo se ho visto arrivare Beatrice ed io laconicamente rispondo che forse si è persa in “ciacole” dalla sua amica Genoveffa… ci aggiorniamo. Certo il commento ricevuto a casa è stato “c’erano una volta i Bortolot”. Vero, una volta non ci saremmo mai fatti sopraffare da un aggiornamento virtuale, ci sarebbero voluti altro che goccioloni, ma forse la vecchiaia…sigh! Mai fidarsi delle previsioni, meglio fiutare l’aria e coprirsi bene e tanti saluti alla tempestosa e fugace Beatrice.

Robi “Bortolot”

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