Itinerario e Note dell’Escursione Attorno al Coglians

Escursione di 4 giorni con 3 pernottamenti in rifugio, dal 27 al 30 Agosto 2008
GiornoPercorso
Rifugio Tolazzi, 143, Casera Morareet, Rifugio Marinelli, pernottamento
Rifugio Marinelli, Ascensione al Coglians, Rifugio Marinelli, Rifugio Lambertenghi, Rifugio Ed.-Pichl-Hutte, Rifugio Lambertenghi, pernottamento
Rifugio Lambertenghi, 403, Passo Monte Croce Carnico, Malga Valentin, Albergo al Valico, pernottamento.
Alberto al Valico, Rifugio Marinelli, Rifugio Tolazzi

Note tratte dal “CamminaMonti” di Massimo

27 Agosto.

Finalmente, dopo un’attesa maggiore rispetto ad altri anni, parto insieme agli altri “Bortolot” per il nostro tour. Nell’avvicinamento passiamo per Sappada, Forni Avoltri, Collina. Lasciamo l’auto al Rifugio Tolazzi, a quota 1350 metri e verso le 10 iniziamo l’ascesa sceguendo il sentiero 143. All’agriturismo Casera Morareet mi faccio fare subito un panino col formaggio di malga e bevo latte appena munto.

Arriviamo al Rifugio Marinelli a quota 2122 metri appena dopo mezzogiorno. Qui ci ristoriamo ampiamente. Da segnalare il frico con polenta ed il pasticcio “de radici de campo” e salsiccia. I gestori sono rudi e simpatici. Gino di Collina, Monica di Sutrio, Caterina gestore e cuoca, e altri.

28 Agosto.

Robi ed io ci svegliamo all’alba per le foto di rito. Dal rifugio si gode di un panorama maestoso, anche se alle 6.15 soffia un gelo a dir poco pericoloso!

(pranzo, cena, notte e colazione 57 euro)

Partiamo alle 8 per l’ascensione al Coglians, dopo aver alleggerito un poco i nostri zaini. L’ascesa procede veloce e sempre più ripida, per due ore abbondanti, io sempre ultimo tra fatica e fotografie. Fotografo tutto ciò che vedo. Faccio fatica, però. A pochi metri dalla cima mi mancano le forze alle gambe. Mi prende la paura, ma bastano pochi minuti di riposo e trovo la forza di salire in vetta, di un incredibile paesaggio, goduto tutto fino in fondo. La discesa è impegnativa come la salita, ma meno faticosa e mi mette di buon umore.

Torniamo al Rifugio Marinelli giusti per pranzo, che è abbondante e buono. Pausa “digestione” per poi ripartire per il Rifugio Lambertenghi. Qui il sentiero parte innocuo – ha anche un nome, “Spinelli” – ed infatti per un bel pezzo il camminare è un dolce attraversamento in quota attorno al versante Sud del Coglians. Ma… l’imprevisto ci aspetta impietoso: ad un tratto ci si apre dinnanzi la vista del Lambertenghi, ma è lontano e separato da un ampio vallone che scopriamo dobbiamo scendere e risalire. La discesa è violenta, vertiginosa ed esposta. Parecchi tratti hanno la corda metallica. Ho paura, come sempre più spesso mi capita, ma riesco a raccogliere le forze e rimanere concentrato. Nessun errore mi porta via.

Arriviamo al rifugio verso le 16.30 in piena discussione sulla “pericolosa” discesa e vertiginosa ferrata (almeno pare a me) che ci ha colto di sorpresa tutti quanti ed ora ci fa discutere animatamente. Se ci ripenso credo che il primo pensiero sia stato quello di rimanere vivo, concentratissimo. Il secondo pensiero, arrivato alla fine della corda è stato quello di mandare a ‘fanculo i Bortolot… della serie “preferisco vivere…”

Dentro di me so già che non sarò mai un vero alpinista scalatore, di quelli che sanno il fatto loro mentre stanno in parete appesi da una corda ed un chiodo. E nemmeno mi pesa accettare questo limite: è vita loro, non la mia.

(Al Rifugio Ed.-Pichl-Hutte un giro di birre piccole 8,70 Euro)

29 Agosto.

E’ una sveglia senza alba questa, causa stanchezza e dolori muscolari… ma siamo tutti ugualmente pronti per il percorso del giorno: sul sentiero 403 che gira a Nord del Coglians e porta al Passo Monte Croce Carnico.

(mezza pensione al Rifugio Lambertenghi 32 Euro, altre bevande 6 Euro)

Partiti verso le 9.30, saremmo arrivati al Passo verso le 17.30 dopo una adeguata sosta alla Malga Valentin per un abbondante pranzo all’austriaca.  Anche oggi un banale imprevisto mi ha tolto un po’ di serenità fisica della camminata, un’abrasione estesa sull’interno coscia sinistra… che palle! E come brucia! Ma… gioia infinita, all’albergo “al Valico” sul Passo Monte Croce Carnico, una vera doccia calda mi ha resuscitato! Acqua calda di incredibile valore! Nei rifugi già lavarsi la faccia con l’acqua a meno di 3 gradi è un’impresa, figuriamoci rinfrescare qualche parte in più del proprio corpo già strapazzato da salite e crode, e soprattutto uno zaino gravato sempre da quei soliti, aggiuntivi, 5 chilogrammi di attrezzatura fotografica che pesano sempre più su corpo e spirito!

La sera al passo passa veloce al ritmo di tris di primi, anzi “bis di tris” di primi… sei primi… ;^)

30 Agosto.

La mattina del giorno del ritorno facciamo colazione al bar dell’albergo, anchilosati, doloranti e un po’ più silenziosi. Essendo su di un passo trafficato, ci girano intorno tantissimi avventori di passaggio, di un’umanità che viaggia, lavoratori e turisti.

(al valico cena notte e colazione 38 Euro)

Poi, appena passate le 8, ripartiamo veloci verso il Marinelli, che sappiamo ospita quel giorno la fanfara della Brigata Julia. La salita parte subito in salita e come al solito vengo distaccato. Mi girano le palle, così mi fermo ancora di più a far quattro foto alle marmotte che qui vivono pacifiche e numerose, così ritrovo una serenità profonda: in fin dei conti sono qui anche per “incontrarle” e fotografarle.

Raggiungo gli altri Bortolot che ne frattempo mi aspettano e, dopo un piccolo ristoro, ripartiamo con rinnovata energia e animo, tanto che mi ritrovo solitario davanti al gruppo, che mi raggiungerà subito dopo al rifugio. Al Marinelli c’è tutto un fermento: stanno per arrivare i mezzi della fanfara e pochi minuti sono tutti al rifugio. Tra i militari c’è anche una donna soldato, bella, ma fa strano. Attorno a me gente genuina che ama le montagne come noi e attende con ansia l’inizio della musica. Ed è concerto che echeggia tra monti.

(tra birre frico e altro 22,80 Euro)

Il pomeriggio è un ritorno all’auto disteso e sereno, con un poco di malinconia addosso e la coscienza piena di un tempo fortunato. Ultima chicca, un saluto alla gentile e simpatica Ines, sorella di Gino, giù a Collina, che ci ospita nella sua “Staipo” e crea un’ulteriore occasione di amicizia e cordialità.

2 pensieri su “Itinerario e Note dell’Escursione Attorno al Coglians

  1. Appunti che uniti alle foto stuzzicano l’appetito…
    Voi avete chiuso l’estate 2008, io potrei aprire quella 2009.
    Mi sa che una visitina a giugno potrei proprio farla, grazie.
    Sani,

    Marco

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