Dolomiti Lontane ma Vicine al Cuore – Sulle Alpi Carniche, attorno al Còglians, tra rifugi e vette

Esiste una valle dove le parole piccolo o normale non fanno parte del vocabolario… esiste una valle dove le misure le decidono i giganti… esiste una valle che è tutta una sorpresa… forse gli effluvi di magia che emana all’aurora e al crepuscolo il lago Volaia si sono incuneati in quella valle…

Se sul versante italiano i sentieri sono larghi mezzo metro, lì in quella valle idilliaca i sentieri diventano carrarecce… in quella valle le “buazze” sono almeno tre volte le “nostre”… lì tra i pascoli, le vacche da latte sembrano elefanti, tanto sono grandi e grosse, immaginate i vitellini… in quella valle esistono abeti ultracentenari con una circonferenza che per abbracciarla eravamo in quattro… perfino le comunemente chiamate “slavazze” lì sono così grandi da poterci fare un’imbragatura!

E le malghe? Al confronto delle nostre lì sono degli hotel a cinque stelle… postazioni singole per le signore del latte con doccia e bidè. A parte gli scherzi, che lusso ragazzi, gli austriaci san bene come coccolare i turisti… unico neo la cucina, sarà anche abbondante ma la cucina italiana non ha pari!… chiedete a quelli di Mauthen-Kotchach o della Gailtal che durante tutta l’estate alcune sere alla settimana si riversano in massa al Passo Monte Croce, locanda “Al Valico” da Ottone. Lì la sera – quella in cui abbiamo cenato e poi pernottato noi – non c’era un posto libero e gli unici italiani eravamo noi, quattro Bortolot, oltre al personale della locanda.

Ad un certo punto sembrava di essere a una riunione di paese… entravano le coppie o le famiglie e si salutavano da un tavolo all’altro, a volte con entusiasmo, a volte meno (beh forse anche di là del confine ci saranno liti, appunto, per il confine)… a un certo punto vicino al nostro tavolo si è seduta una coppia attempata molto distinta e più di qualcuno da vari tavoli si avvicinava e salutava quasi con deferenza… forse era il sindaco, o il medico, il prete non credo, l’uomo era accompagnato da una nobile signora… Alla fine non abbiamo resistito e anche noi abbiamo salutato con cenno di testa e un bel “servus”, così, vari tavoli a caso… che gioia! Poi Ottone ci ha spiegato che è proprio un rito per i primi piatti che di là del passo si sognano… e noi naturalmente abbiamo dato fondo ai vari tris di primi per confermare la delizia al nostro palato… verissimo, cucina promossa!

Ottone (con la moglie) è gestore da quarant’anni ed è un fiume in piena di racconti sulle attività museali della zona che riguardano soprattutto la Grande Guerra del ’15-’18… sul Pal Piccolo, Pal Grande, Cellon, Speikofel… Dalla Plokenhaus verso il passo stando sulla sinistra, anche noi abbiamo attraversato una serie di trincee e camminamenti con manufatti e postazioni, il tutto in un contesto di museo all’aperto, in zona tra l’altro di prima linea. Passo molto frequentato dai gitanti con le quattro ruote ma tuttavia non congestionato da incolonnamenti… partenze e rientri intelligenti??

E tutto questo discorso sulla vallata dei giganti e sul passo è la parte nord del giro dei Bortolot annuale… avrete capito che parliamo di Alpi Carniche e del Monte Cogliàns in particolare.

Dal Passo Monte Croce Carnico parte uno stupendo sentiero che in poco meno di tre ore conduce attraverso saliscendi più o meno ondulati con un passaggio attraverso “la scaletta”, al rifugio Marinelli. Già da lontano il nostro richiamo era Ginoooooooo e il Gino ci accoglie al nostro arrivo con un grande sorriso e le braccia aperte mentre sta spillando birra a gogò per la flotta di turisti arrivati fin lassù, ai 2100 del rifugio, per un evento speciale, il concerto della Fanfara della Brigata Alpina Julia di Udine.

Giornata intensa, con un sole splendido… era simpatico vedere i musicisti alpini, cappello e piuma, armeggiare con gli strumenti… paradosso dei novant’anni dalla fine del grande conflitto, allora echeggiavano sinistri sibili mortali, ora echeggiano soavi melodie tra echi e rocce… canzoni classiche miste ad arie più moderne o d’opera, il tutto incorniciato da uno scenario che più bello non si poteva chiedere… Cuspidi e placche… ghiaioni di pietra sembravano osservare stupefatti dalla bellezza del suono, l’echeggiare ora forte ora lieve del timpano e dei tamburi dall’aria solenne. Il mio punto d’osservazione era un po’ più in alto rispetto la massa, in cima ad un cocuzzolo di fronte al rifugio… da lassù era cartolina da spedire agli affetti, era fotoricordo per l’album della vita… siamo all’ultimo giorno del nostro giro… ma forse è meglio fare un passo indietro…

Un paio di giorni prima. È mercoledì mattina e l’auto rampicante di Marcello se ne scorre quasi silente lungo le curve che portano sempre a qualcosa… a Forni Avoltri la strada si restringe e con alcuni tornanti attraverso minuscoli villaggi conduce a Collina (50 abitanti, staipe da “canopio” consigliato  per degustare e ciacolare!) e ancora un po’ avanti fino al parcheggio del rif. Tolazzi.

Di questi tempi, in agosto, le Dolomiti classiche sono intasate di turisti, qui no, da queste parti le carniche sono sorseggiate con parsimonia, quasi che vogliano rimanere un po’ segrete, un po’ gelose della loro bellezza, da svelare pian piano ad escursionisti attenti ed innamorati e casualità noi lo siamo, piacevolmente entusiasti di addentrarci su quei percorsi.
Dal Tolazzi tutto è regolare… passi, salita, ristoro, rifugio Marinelli, prima tappa del nostro peregrinare lungo i monti  pallidi. E qui conosciamo Gino, poliedrico personaggio dal ginepraio di risorse… pavimentista, falegname, boscaiolo, atleta delle vette… e su al rifugio cameriere, cuciniere, intrattenitore… soprattutto geniale dispensatore di utili consigli ad onesti camminatori come noi, dal cuore grande molto più di così; con lui subito feeling ed ironia, e simpatici intermezzi canori serali con l’immancabile scala 40 esorcizzante… È un’alba luminosa tra le valli carniche e l’obiettivo di Massimo la immortala tutta.

Con zaino alleggerito il Coglians diventa meta che si conquista in scioltezza, pur nella prudenza ovvia nel percorrere sentieri, pendenze ed esposizioni d’alta montagna. Dalla cima lo sguardo, come succede spesso, spazia un girotondo di gruppi montuosi.

L’accoglienza che Gino ci riserva al nostro rientro al rifugio è a dir poco strepitosa… urlo di gioia all’entrata e, coi piatti dei commensali in mano, grande abbraccio e birra per festeggiare.

La comitiva dei Bortolot riprende il cammino e sullo Spinotti (ribattezzato Spittoni e Stoppani), vero e proprio sentiero attrezzato, fisico e menti sono sollecitati… il destino ha deciso che su quel sentiero impegnativo le amicizie dovevano essere messe alla prova e così è stato… Alcuni momenti e molte parole di quella e delle successive giornate, custoditi nel mio cuore, rimarranno come segno inequivocabile che le amicizie non si scelgono ma si incontrano per caso fortuito, per passioni comuni, e che sono vere e durature solo a certe condizioni, stima e fiducia in primis… ed il sentiero “Spittoni” con la sua appendice di parole in libertà al valico, sotto una pergola di luna e stelle, mi ha dato la conferma del valore Amicizia e la consapevolezza che la riflessione porta consiglio… grazie amici miei! E deriva allo “Spinotti” un rifugio, il Lambertenghi-Romanin sul versante italiano del Volaia, porto di mare per escursionisti, alpinisti, climber, navigatori dei sogni, esploratori della serenità, vogatori dell’allegria… col suo gestore filosofo Giampietro gran maestro di cerimonia.

Dopo le ghiaiose fatiche e una visita al rifugio austriaco, i Bortolot ricompattati sono all’interno del rifugio verso le sei di sera e qui iniziano le danze… Un brindisi col Giampietro, un breve ritornello, una chitarra senza corde per Franco e il gioco è fatto… finiamo senza voce, agGRAPPAti a mezzanotte, dopo aver spaziato da Heidi a l’ora che pia, passando dal country al rock al pop ai canti alpini, felicemente e fraternamente intrecciati agli animatori di un campo-scuola ospiti e a tutto il personale del rifugio, in un tripudio di evviva ed olè… Andate a trovarlo il Giampietro, lui custode delle rocce vi farà arrampicare e poi vi racconterà.

E siamo così nuovamente nella valle dei giganti, vi ricordate? Quella valle che dal lago Volaia conduce al Passo di Monte Croce Carnico… mancava l’ultima gigantografia, più che altro un mistero gigante… da noi ce n’è di misteri, ma questo li batte tutti! Il mistero delle panchine, decine di panchine, in cemento (in Austria?!?… patria del legno)… stile anni cinquanta/sessanta poste in modo disordinato lungo il sentiero basso (in Austria?!? Dove i pascoli sono prati all’inglese e dove non c’è una siepe fuori posto e un albero fuori luogo?!…) senza apparente senso né con panorami o belvedere di fronte… serviranno solo per sedersi?!?… Lasciamo a voi che proverete questo splendido itinerario risolvere l’enigma delle panchine…

E con questo tarlo in testa ce ne torniamo gioiosamente malinconici verso la calda estate delle pianure a riprendere il trantran quotidiano ed a sognare nuove esaltanti avventure tra le amate montagne… poi la sera l’immancabile SMS “GRAZIE, W I AMIGHI”… ciao Ginooooooooo!

Robi

3 pensieri su “Dolomiti Lontane ma Vicine al Cuore – Sulle Alpi Carniche, attorno al Còglians, tra rifugi e vette

  1. Grazie Robi per questo articolo! Hai sempre un modo molto personale per raccontare le nostre scorribande… e questo mi piace. Se hai voglia di scrivere ancora sui monti… questo è il posto giusto per te!!!

  2. Grazie a te socio di scorribande…il sito è davvero bello e tu ci metti la tua personalità per renderlo unico…poi bello sapere che per te è un laboratorio per sperimentare così è sempre in evoluzione e al passo con la tecnologia… fortunati noi a essere bortolot… la montagna con lo stile bortolot è passione, cuore, felicità, gioia nell’ incontro, gioco e gran enogastronomia detto anche gran bevute e gran magnade… quando avrò il computer (spero entro l’ anno) saprò lasciare tracce di passaggio nel sito… e bravo il nostro fotografo col maldepanza!!! un abbraccio

  3. Non so chi sia il filosofo….ma c’è posto per due!! è stato molto bello leggere queste tue riflessioni.a.presto ciao giampiero un pò compagno…un pò camerata…..

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.